Ascoltavo un vecchio vinile che conservavo gelosamente in soffitta quando, tutto a un tratto, mi sono accorto della bellezza della canzone di Dé André Le Acciughe Fanno il Pallone. Un pezzo di raro pregio che, dietro ad un'apparente semplicità, nasconde un significato celato estremamente elaborato. La bellezza di questo brano emerge in particolar modo in una delle sue ultime esecuzioni live dello stesso De André al Teatro Brancaccio di Roma (1998):
Ma diamo un'occhiata più da vicino al testo che, nella sua linearità, nasconde non poche piste interpretative:
Le acciughe fanno il pallone
che sotto c'è l'alalunga
se non butti la rete
non te ne lascia una
Le acciughe fanno il cosiddetto "pallone" quando si sentono attaccate dal loro predatore più temuto: l'alalunga. Il loro comportamento non è per niente ingiustificato, visto che tale pesce si ciba delle povere acciughe che, dopo esser sfuggite alle reti dei pescatori, devono preoccuparsi anche di questo nemico. Ciononostante, questa prima strofa è un invito a godere della vita, ad abbracciare il motto del Carpe Diem in tutte le sue possibili sfumature. Nessun tentennamento, solo fatti: il pescatore non può esitare nel lanciare la propria rete, altrimenti il pesce si sarà già volatilizzato. Ma qui la rappresentazione di tali esseri viventi sembra caricarsi di una valenza molto più alta rispetto a quella tipica del mondo rurale dei pescatori, per i quali vale tale detto. Scrive Nicolò Zancan a tal proposito:
"A Genova la storia si tramanda da generazioni. Al principio del mondo, le acciughe erano stelle. Fu la luna, invidiosa della loro luminescenza, a cacciarle in mare. Ecco perché tornano in superficie ogni volta, attirate dal miraggio artificiale delle lampare. Vorrebbero ricongiungersi al cielo, ma finiscono nelle reti. I pescatori di acciughe sono pescatori di stelle, in qualche modo."
Un rapporto ancestrale fra mare e cielo, riallacciato al presente grazie al mito e alla tradizione, preziosi argomenti di autorità nelle canzoni di Faber. Tuttavia, la Cultura (non a caso con la "c" maiuscola) nelle sue canzoni non è manifesta, bensì latente, visibile solo agli occhi dei lettori più addenti ed eruditi.
E alla riva sbarcherò
alla riva verrà la gente
questi pesci sorpresi
li venderò per niente
Qui sembra riproporsi ancora una volta il più grande errore nella storia dell'umanità: il passaggio dal baratto alla moneta. Le acciughe non sono più utilizzate per il loro valore simbolico ma sono reificate, ridotte a merce, e perdono la loro venatura poetica, culturale e folkloristica. La "riduzione" del cibo a moneta è un topos letterario parecchio diffuso nella letteratura italiana, prima fra tutti quella del dopoguerra, che vedeva nel cibo un simbolo di opulenza e deferenza sociale (si pensi al famoso pranzo come metafora dell'unificazione italiana ne Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa).
Se sbarcherò alla foce
e alla foce non c'è nessuno
la faccia mi laverò
nell'acqua del torrente
Nella storia della letteratura l'acqua occupa un posto di rilievo poiché indice di purezza e base della cucina, in quanto ingrediente fondamentale per la preparazione dei cibi. Ciononostante, in questa strofa, l'acqua è agitata, è un torrente, che sembra rinviare ai moti cantati di Wolf Biermann nella sua celebre canzone Warte nicht auf bess're Zeiten (https://www.youtube.com/watch?v=GSw5H4tY29A) e che suggerisce l'idea di un rituale di purificazione.
Ogni tre ami
c'è una stella marina
amo per amo
c'è una stella che trema
ogni tre lacrime
batte la campana
Passan le villeggianti
con gli occhi di vetro scuro
passan sotto le reti
che asciugano sul muro
Questo passaggio induce a una riflessione più profonda sulla simbologia stella marina. Nella simbologia cristiana la stella rappresenta la Vergine Maria, la Stella Maris per l'appunto, la stella del mare, che con amore aiutava i naviganti a viaggiare sicuri sulle acque agitate. Inoltre, tale simbolo marino era anche emblema di salvezza nei momenti difficili. La stella e la stella marina vengono viste come simboli celesti e, come tali, rappresentano l'infinito amore divino. Oltre all'amore, la stella possiede anche caratteristiche quali l'orientamento, la vigilanza, l'ispirazione, la brillantezza e l'intuizione. In questo contesto la stella marina sembra rimandare alla raffigurazione della povertà del mondo rurale che, "amo per amo", dipinge un bellissimo quadro della meticolosità e ripetitività del lavoro dei pescatori sulle loro reti.
E in mare c'è una fortuna
che viene dall'oriente
che tutti l'hanno vista
e nessuno la prende
I segreti del mare si dimostrano inaccessibli a noi mortali, non possiamo fare altro se non osservare il mare in modo passivo mentre questo ci giudica. Ma forse è giusto così, poiché la mente umana non può esaurire ogni dubbio che la assale.
Ogni tre ami
c'è una stella marina
ogni tre stelle
c'è un aereo che vola
ogni tre notti
un sogno che mi consola
Bottiglia legata stretta
come un'esca da trascinare
sorso di vena dolce
che liberi dal male
Il tema della bottiglia si addice molto alla poesia. Secondo la "erste genuine Stimme der deutschen Republik" Durs Grünbein la poesia può essere considerata come un message in a bottle, un ritrovamento casuale, un'emersione ritrovata sul bagnasciuga per puro caso e letto con stupore dal fortunato. Ed ancora nel pensiero grünbeiniano ritroviamo l'immagine di una seppiolina, simbolo del poeta che risale dalle profondità della sua coscienza curioso dei tesori che porta alla luce.
Se prendo il pesce d'oro
ve la farò vedere
se prendo il pesce d'oro
mi sposerò all'altare
Un bel chiasmo qua, fra la piccolezza e l'apparente inutilità del pesciolino che, invece, per via dei suoi riflessi e per il ruolo fondamentale nell'alimentazione dei pescatori si trasforma in un pesce d'oro, scalzando dal podio l'alalunga nella catena alimentare.
Ogni tre ami
c'è una stella marina
ogni tre stelle
c'è un aereo che vola
ogni balcone
una bocca che m'innamora
Ogni tre ami
c'è una stella marina
ogni tre stelle c'è un aereo che vola
ogni balcone
una bocca che m'innamora
Le acciughe fanno il pallone
che sotto c'è l'alalunga
se non butti la rete
non te ne resta una
non te ne lascia una
non te ne lascia
Cornice di tutta la ballata è infine l'invito a cogliere l'attimo, sapiente monito per coloro che spesso stentano a prendere una decisione. Il pescatore che tentenna nel tirare la rete resterà senza dubbio a bocca asciutta.
Sitografia:
http://www.giuseppecirigliano.it/FDA/Le_acciughe_fanno_il_pallone.htm
https://www.lastampa.it/2012/05/01/blogs/vieni-avanti-creativo/le-acciughe-fanno-il-pallone-per-sfuggire-al-predatore-alalunga-TmA6XDMBzGhsUMR1sUXw2N/pagina.html
https://www.rockit.it/fabriziodeandre/canzone/le-acciughe-fanno-il-pallone/102607
https://significatocanzone.it/le-acciughe-fanno-il-pallone-fabrizio-de-andre
https://simbolisignificato.it/simboli-amore/animali-simboli-amore
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