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lunedì 1 gennaio 2024

Friedrich Dürrenmatt: La Visita della Vecchia Signora (1955) - Un'interpretazione

Umanesimo e Cinismo 

  • Cenni sull'opera
In quel mare di testi da studiare, leggere e sottolineare si cela spesso un libro che ci cambia la vita: non in senso buono o cattivo, semplicemente un'opera che ci dischiude una nuova visione del mondo secondo una diversa prospettiva. Per quanto mi riguarda credo sia questo il caso de ''La visita della vecchia signora'' di Friedrich Dürrenmatt, pièce che considero non solo un capolavoro della letteratura tedesca, quanto più della letteratura mondiale. Per rubare le parole di Fritz Martini nella recensione de "Il Cantoniere Thiel'' (1888) di Gerhart Hauptmann, direi che "Diese novellistische Studie hat, im schmalen Format, den Rang von Weltliteratur. Traduzione mia: "Questo studio novellistico (che in realtà è una pièce ma ha in comune la brevitas della novella) ha, in un formato assai ridotto (circa 80 pagine), la statura della grande letteratura mondiale". Ebbene sì, in questo libricino di neanche 100 pagine troviamo una vera e propria cartografia della società moderna, caratterizzata dall'onnipotenza del Dio denaro capace di comprare, oltre che oggetti e cose fattuali, anche persone e persino i grandi ideali umanisti, come ad esempio la giustizia. La vera ricchezza di quest'opera risiede nella sua visione cinica e grottesca della società, in grado di dimenticare la propria umanità per assecondare una malata logica utilitaristica.

Di seguito un piccolo riassunto dell'opera tratto dalla rappresentazione teatrale di Armando Pugliese del 2003 per l'associazione culturale "Gli Ipocriti" diretta da Pierfrancesco Favino:
L’opera è il ritratto di una vecchia ricchissima (Claire) che offre una cifra da capogiro a chi ucciderà l’uomo (Ill) che l’aveva sedotta all’età di diciassette anni e, successivamente, abbandonata. Si presenta, prima dell’ora prevista, alla stazione ferroviaria dove l’intero paese, saputo del suo arrivo, era pronto ad accoglierla con striscioni, banda e cori e le personalità più in vista del paese, quali il borgomastro, il parroco, il preside, il pittore, ecc…, avevano preparato grandi discorsi di benvenuto.
Al paese, ridotto oramai in miseria, la vecchia signora si presenta con un abbigliamento di un gusto impossibile e sfarzoso, piena di collari di perle, enormi bracciali, vistosissimi gioielli; porta con sé un nutrito seguito composto dal maggiordomo Boby (forse ottantenne), il settimo marito, alto, snello, baffi neri ed in perfetta tenuta da pesca e poi ancora Koby e Loby due uomini piccoli, grassi, vecchi eunuchi ciechi, Toby e Roby due energumeni che masticano gomme ed ex-gangster di Manhattan condannati alla sedia elettrica a Sing-Sing, graziati su intercessione della vecchia signora la quale dirà in una sua battuta «mi sono costati un milione di dollari per ogni intercessione».
Con il caos generale creatosi ha inizio la vendetta di Claire nei confronti di Ill, il suo primo amore. Il danaro è alla base di tutte le azioni; nell’evolversi della storia, il sarcasmo si sostituisce alla serietà, la prepotenza alla gentilezza, l’opportunismo alla lealtà, la ricchezza alla povertà, la violenza alla persuasione, la vigliaccheria ai valori, la pusillanimità al coraggio tutto questo per giungere ad un unico scopo ovvero la morte di Ill che si lascia uccidere dai suoi compaesani convinto di non poter sfuggire al suo proprio destino di vittima sacrificale degli egoismi degli stessi. La vecchia signora paga il suo debito ai cittadini e riparte per Capri.
Ed ecco che il benessere cresce nel paese discreto, non invadente ma sensibile. Tutti migliorano, non esistono più quartieri poveri ora è una cittadina moderna economicamente prosperosa; il grigiore e lo squallore che prima avvolgevano il paese inoperoso si trasformano in un lieto fine ovvero nello splendore della tecnica e della ricchezza. Ed i cittadini felici si godono la felicità regalata dalla vecchia signora.

 

  • Contestualizzazione storico-letteraria
L'opera si inserisce nel filone del teatro dell'assurdo, una vera e propria rivoluzione letteraria nata dall'epoca di crisi post-bellica poiché, accanto allo sgretolamento delle culture e delle società impegnate nella Guerra, si ritrovano gli sforzi delle stesse potenze nella ricostruzione di un'identità forte, punto di partenza per una nuova letteratura che prenda in esame anche l'umanesimo e i grandi valori classici. Il teatro di Dürrenmatt è "assurdo" perché l'uomo mette in scena le sue questioni di fronte a un mondo che inevitabilmente tace, senza dare alcun tipo di risposta se non un grido taciuto di matrice Pavesiana. Questo silenzio è da interpretarsi come una sorta di metafora stante a significare l'impossibilità della ratio di spiegare la realtà e la vita essendo quest'ultima dominata da un principio irrazionale e inintelligibile. Di fatto, Alfred Ill non riceverà alcuna risposta in merito alla decisione del Comitato sulla sua vita o sulla morte, ma lo scoprirà solo nella parte finale della pièce, dopo un'estenuante attesa beckettiana. L'uomo mette in scena il proprio dramma, si agita, scalpita, agisce, si infervora, compie scelte, ritorna sui suoi passi... Insomma, vive e prende parte al grande teatro dell'esistenza che vede riapparire costantemente, in uno stile simil-balzachiano, tutti i personaggi del passato e del presente in un destabilizzante turbinio di volti alla base di un effetto di smarrimento e confusione. Ciò vuole senza dubbio riprodurre la stessa precarietà e lo stesso disorientamento dell'uomo moderno in un periodo di transizione come gli anni '50 nei quali questi cerca, importando modelli culturali dall'estero (come ad esempio il "self-made man" americano) di ricostruire un'identità oramai sgretolata dal secondo conflitto mondiale. In questo mare magnum di instabilità e confusione, è possibile però scorgere un'unica certezza, tipica dell'eroe tragico: il protagonista sembra dover inevitabilmente pagare per gli sbagli che egli stesso ha commesso, senza possibilità alcuna di riscattarsi o di porvi rimedio. Che, velatamente, questa sia una critica nei confronti di chi ha affamato mezza Europa per le sue manie di grandezza? Non credo esista una risposta univoca, credo però sia interessante notare come il fine ultimo delle azioni dei personaggi del libro sia la vendetta e non il benessere personale.

  • Simbologia e Personaggi
Un'attenzione particolare nell'analisi della simbologia dell'opera la merita senza ombra di dubbio la cornice all'interno della quale la vicenda si sviluppa, ovvero la cittadina svizzera di Güllen (letamaio in Schwyzerdütsch). Güllen è infatti un piccolo borgo caduto in disgrazia che assomma bancarotta, disastro economico e disperazione. Da un punto di vista antropologico questo décor può essere considerato come un ritratto miserevole dell'uomo: molti dei personaggi della pièce non sono infatti presentati coi loro nomi propri ma solamente con le loro professioni o con il loro grado di parentela rispetto al borgomastro, quasi a sottolineare come il lavoro sia l'unica istanza in grado di riempirli di identità.

In secondo luogo, nell'opera si aggira la presenza intangibile di una pantera nera. spesso nominata ma mai apparsa manifestamente. Da un lato, potrebbe trattarsi di un simbolo della morte in agguato, capace di colpire il protagonista Alfred quando meno se lo aspetta; dall'altro, potrebbe rappresentare la vera natura celata degli abitanti di Güllen, atavicamente ingordi di sofferenza e violenza sul più debole. Si potrebbe trattare, in questo senso, di una sorta di manifestazione dell'istinto primordiale dei cittadini che si dimostra però soffocato dalla socialità dal reticolo delle loro ipocrite convenzioni borghesi.

Alla pantera si aggiungono le scarpe gialle, simbolo del presagio di morte del protagonista. Dal momento in cui la città comincia a indebitarsi le scarpe gialle spuntano come funghi, simili ad una sorta di correlativo oggettivo per Alfred che inizia a rendersi conto di poter ripagare le numerose Scarpe Gialle acquistate dai cittadini solamente con la sua dipartita. Si tratta sicuramente di un dettaglio da non trascurare, anche perché il loro colore non è un caso: il giallo è per antonomasia colore di invidia, pazzia, decadenza, ma soprattutto tradimento (come quello di Alfred nei confronti di Claire).

Güllen, la pantera e la scarpe gialle entrano a far parte della narrazione ricordandoci come i suoi attori stiano in realtà compiendo un'imperitura danza macabra. Claire e Ill sono quei ballerini che, con le loro movenze e i loro passi, ricordano come ognuno sia costretto, prima o poi, a pagare il prezzo degli errori che ha commesso. Queste due figure così opposte fra loro meritano una solida attenzione per via delle loro preziosissime venature antropologiche:
  • Claire Zachanassian, al secolo Klara Wäscher, ha dovuto cambiare nome in Claire Zachanassian in seguito alla gravidanza extraconiugale con Alfred, da lui subitamente smentita con un broglio durante il processo. Claire si dimostra sin dalle prime battute potente e dominante e, a testimonianza della sua Ohnmächtigkeit, capace di esercitare un controllo quasi totale sulle ferrovie, infrastrutture incide del progresso e del benessere economico del paese. La miliardaria è capace infatti, con un solo schiocco di dita, di far fermare un treno espresso nella dimenticata stazioncina di Güllen, meta soltanto dei convogli locali. Da un punto di vista allegorico, l'arresto del treno (sia in quanto oggetto che in quanto simbolo) può interpretarsi come la sospensione del progresso morale della società che, accerchiandosi attorno ad Alfred, lo stringe in una morsa di terrore e psicosi fino a spogliarlo della sua umanità. Il principale strumento di potere di Claire è il denaro, che le permette di comprare la giustizia della città di Güllen e le conferisce il ruolo di burattinaia-padrona della città e dei suoi abitanti. Il perché di questo interesse per una cittadina dimenticata dal mondo appare evidente da una delle sue frasi più celebri: "Il mondo ha fatto di me una puttana, io voglio fare del mondo un bordello", parafrasando "Così come Alfred ha reso di me una donna di bordello, allo stesso modo meritano di soffrire lui e il luogo in qui questo sopruso si è consumato". In virtù di queste affermazioni la miliardari sembra avere le fattezze di due delle più maestose figure della mitologia greca: le Moire e Medea. Il primo parallellismo sembra particolarmente azzeccato poiché Claire, esattamente come le Parche, si ritrova a decidere quando recidere il filo della vita, potere conferitogli dal Dio denaro capace di comprare la giustizia e le coscienze degli abitanti di Güllen. Il secondo accostamento è d'obbligo, poiché Claire non si arresta davanti a nulla ed è animata dalla sete di vendetta e riscatto del passato, entrmabi estinguibili sollo con la morte del protagonista. Nonostante la sua ira funesta, questa figura sembra conservare una certa umanità e lucidità emotiva in alcuni rari momenti di tenerezza. Chissà, forse anche lei, in fondo, desiderava solo una vita in compagnia di Alfred riscaldata dall'amore e dalla dolcezza che, purtroppo, le è stata brutalmente negata. Si può infatti dire che sia proprio questa negazione di sentimenti ad aver trasformato il nobile impulso all'amore in una forza distruttiva assetata di vendetta. Inoltre, alcuni hanno visto in questo personaggio una metafora molto velata del Führer e della Germania nell'epoca Hitleriana, ma le interpretazioni storiche le lascio volentieri a chi fa il critico di mestiere. 
  • Alfred Ill è lui il punto nevralgico dell'opera: è lui che ha messo incinta Claire, è lui che ha mentito al processo per uscire illeso ed è lui l'unico che può porre fine alla sete di vendetta di Claire. Durante lo snodo della vicenda Alfred sperimenta una sorta di processo catartico che lo porta alla consapevolezza del suo peccato e alla sua conseguente purificazione. Nonostante la catarsi, Ill rimane però un eroe tragico, costretto a pagare per gli errori commessi forse più per incoscienza che per cattiveria. Ill è a mio avviso un personaggio ambivalente poiché accende una riflessione inedita sulle colpe dell'uomo: è giusto pagare un prezzo così alto per un errore commesso non per cattiveria ma per incoscienza? Esiste un diritto all'oblio rispetto alle azioni lesive minori? Ill, è un personaggio per il quale si può provare compassione? Si tratta senza dubbio di domande alle quali ognuno può dare una risposta secondo la propria esegesi del testo. 

  • La forma
Ritornando alla dimensione letteraria dell'opera possiamo considerare ''La Visita della Vecchia Signora'' una tragicommedia classica: si tratta di una tragedia poiché raffigura con prezioso cinismo la morsa che si stringe attorno ad Alfred soffocandolo e determinando la sua condanna in nome dei peccati che, oramai, sembravano appartenere al passato; l'opera è anche una commedia intesa come gioco scherzoso per via dei numerosi siparietti comici nei quali Claire Zachanassian chiama a sé i suoi orrendi e ripugnanti servi o quando Alfred, nel tentativo di sedurla, si imbatte nella sua gamba di legno sulla quale lei tamburella allegramente; infine, l'aspetto classico è dato dalla presenza di cori che commentano le scene clou della pièce e trasmettono un giudizio morale da monito per il lettore. Nella parte finale dell'opera il coro è infatti caratterizzato da una grande moltitudine di voci che, all'unisono, ricordano i temi dell'Antigone di Sofocle: la povertà concepita come la peggiore delle catastrofi possibili, la supremazia dei forti sempre pronti a sopraffare i più deboli e le chiese vuote e sconsacrate, correlativo oggettivo della mancanza di moralità nella società, quest'ultima dominata dalla legge del denaro e del più forte.

  • La grandezza
Ma cosa fa di quest'opera un vero e proprio capolavoro della letteratura mondiale? Il fatto che questa pièce possa essere letta in ogni epoca e si presenti sempre come una fonte di verità fondamentali sull'uomo. Le isotopie sono molteplici e tutte terribilmente attuali: la vendetta, che sembra perpetrare in ogni nostro atto, la colpa individuale e quella collettiva, fin dove si è responsabili delle proprie azioni? È giusto pagare nel presente per gli errori commessi nel passato?, la corruzione (e qua ci sarebbe da scrivere, soprattutto in ambito politico) e la potenza del denaro, che attua una sorta di lavaggio del cervello e asservisce tutti a sé stesso. Geld ist Macht, il denaro è potere, e può comprare sia la giustizia dello sia i grandi valori umanistici che appaiono così instabili, tanto quando la cultura e la società dell'epoca. 

Un libro è un capolavoro quando, indipendentemente dall'epoca in cui questo viene letto, è capace di leggere la filigrana antropologica e la struttura morale dell'uomo indipendentemente dal contesto. Per constatare se, effettivamente, ''La Visita della Vecchia Signora'' compia questo tipo di analisi, credo sia sufficiente riflettere sui movimenti dell'instabile situazione estera attuale. La risposta è alquanto ovvia ed esplicativa della valenza letteraria mondiale di questo romanzo che, "im schmalen Format, den Rang von Weltliteratur hat". 


Bibliografia: 
Dürrenmatt, F. (1956), Der Besuch der alten Dame. Eine tragische Komödie, Neufassung 1980 Zürich: Diogenes. Traduzione italiana di Rendi, A. (1989), La visita della vecchia signora, Torino: Einaudi, “Collezione di teatro”.


Ringrazio la mia amica Elena per l'aiuto nella correzione di alcuni refusi di questo articolo. 

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