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sabato 10 agosto 2019

Recensione - "Wafer" di Leonardo Giorgi

Ligne de faille

Giorgi, L. (2019). ‘U Sfinciuni. Wafer. Ravenna: Sensoinverso Edizioni, “Collana Extra” LINK PER L'ACQUISTO

Ecco qua una short story alquanto inusuale, priva (ma non del tutto) di riferimenti al mondo del mare, incentrata tuttavia su di un contesto conosciuto alla maggior parte del popolo italiano: quello del terremoto di Macerata del 30 Ottobre 2016. Non si può dunque in questo caso non notare un intreccio molto forte fra Storia e storia personale del protagonista che, nel genere fantasy, ogni tanto lascia il posto a numerosi voli pindarici. Il dato reale è molto forte, sottolineato dall’utilizzo, nei dialoghi, di espressioni a volte parecchio colorite che rinfocolano il tono moderno dell’opera. Non a caso Brevini nella sua pubblicazione La letteratura degli italiani. Perché molti la celebrano e pochi la amano ci ricorda che la vera letteratura italiana è quella del dialetto, della libera espressione non soggetta alla mediazione di una lingua che, nel XIX secolo, era percepita come imposizione da parte della maggior parte degli scrittori. Giorgi
Il libro di Henry Bauchau citato nella
parte finale della recensione. 
non scende a compromessi col dialetto ma distorce e abbassa vorticosamente il registro sull’incipit per “colpire” volutamente il lettore e tenere viva la sua attenzione. Che dire, una sapiente retorica propria dello stile di chi, con le parole, ci lavora. Non a caso Leonardo è giornalista, ma sono fermamente convinto che non apostroferà mai nessuno, in uno dei suoi articoli, con l’insulto “mangi di merda” o “butti i tuoi soldi per le più grosse stronzate immaginabili”. Tal sorte non si applica purtroppo al protagonista della short story che, invece, agli albori della vicenda, vede vomitarsi addosso le peggiori cattiverie. Quello che appare evidente è piuttosto un tentativo di venire a patti con uno stato psichico paragonabile a quello della Trümmerliteratur (letteratura delle macerie) della Germania del secondo dopoguerra: uno stato di smarrimento, di mancanza di punti di riferimento, di attribuzione di colpe e ricerca di spiegazioni razionali. Il terremoto non solo crea distruzione da un punto di vista fisico e biologico ma anche psicologico e sociale, è una ligne de faille, un avvenimento catastrofico che scinde la vita in un prima e un dopo. Non mancano infatti continui riferimenti al concetto di sistematizzazione logica, rassicurante antidoto contro un mondo che sembra mancare di razionalità. Destino o casualità? Segno o caso? Un dilemma rimasto irrisolto da tempo. Preferisco però lasciare inferire al lettore come questa dicotomia si applichi allo spirito dell'opera. La metafora del Wafer a conclusione del racconto è parecchio esplicativa e rappresenta il déclic della “guarigione” del protagonista che si converte alla filosofia del caso. Spesso la sociologia della letteratura si è interessata del rapporto fra cibo e letteratura. I dolci sono oramai associati a un determinato stato psicologico di sofferenza, chi non ha in mente la scena di una delusione d’amore compensata con gli zuccheri contenuti in una vaschetta da 5kg di gelato scofanata in solitudine davanti alla televisione guardando C’è posta per te? In questo caso il parallelismo non è per nulla casuale, è solo sufficiente attribuirgli il significato metaforico di Sadia per trovare la chiave di volta della vicenda. Ultimo ma non per importanza un riferimento intertestuale che ho rintracciato in quest’opera con un testo della letteratura francese contemporanea, Antigone di Henri Bauchau, riscrittura del mito greco dell’Antigone di Sofocle. Questo libro ci ricorda infatti che “C’est lorsqu’on perd les points de repères que l’on se retrouve” (è quando si perdono i punti di riferimento che ci si ritrova). Non a caso nel racconto si nasconde un Edipo, al lettore di trovarlo. 

10 agosto '19



Colgo inoltre l'occasione per ricordare che a breve uscirà il nuovo romanzo di Leonardo Giorgi. Stay tuned per rimanere al corrente degli sviluppi! 

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