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giovedì 13 agosto 2020

Recensione - "Terra Nova" di Caterina Franciosi


Realismo e Distopia

Franciosi, C. (2020), Terra nova, Milano: Delos Digital, QUI PER L'ACQUISTO


Non mi soffermerò oltremodo su quanto io stimi Caterina che, in ogni circostanza, riesce a pubblicare dei grandissimi racconto fantasy intrisi di precisione manichea e di una dettagliatissima documentazione. Questa volta ci troviamo di fronte ad un racconto nuovo, inusuale nel genere di Caterina, che, però, mantiene una solida sfumatura realista. Si parla certamente infatti di una "terra nova" che, tuttavia, appare per certi versi molto simile a quella che conosciamo già. La frase, riportata in copertina, suggerisce la chiave di lettura della vicenda: "Un nuovo pianeta, senza ingiustizie, senza carceri, senza problemi. Ma forse i problemi ci sono, ma sono stati nascosti". Direi che questo ci riporta molto alla lapalissiana riflessione su quale sia la vera realtà e quale no: è possibile conoscerla? Si tratta di qualcosa di intellegibile? Come possiamo noi capire se ciò che stiamo osservando è la vera realtà delle cose oppure no? Ci sono delle zone d'ombra nella nostra realtà che non siamo in grado di percepire? Ebbene, il romanzo di Caterina fa luce proprio su questo ultimo punto con il suo carattere al crocevia fra distopia e realismo. In uno stile molto orwelliano, parlando per metafore e associazioni, sembra emergere una forte critica all'ipocrisia della società nella quale siamo inseriti. Nel romanzo viene posta la questione: "Una terra nuova, sì, ma quale"? Ritengo questa pubblicazione una delle più interessanti nella produzione della scrittrice perché, a differenza delle altre che ho recensito (Il Marinaio e la SirenaL'isola delle Sirene e La Pioggia Ricorda), dimostra di possedere tinte ancora più perturbanti, rompendo quella solida linea di rassicurante calma che caratterizza le produzioni fantasy. Terra nova è inoltre caratterizzato da una forte componente realista, quasi politica: nonostante le vicende del pianeta New Beacon si svolgano in un futuro non troppo prossimo, i temi presentati rinviano necessariamente alla nostra epoca e, secondo un Verfremdungseffekt (effetto di straniamento) tipicamente brechtiano, i temi si dimostrano estremamente attuali, in grado di far riflettere sui principali nodi etici del nostro periodo. Ad ogni modo, l'assioma che si evince dalla lettura dell'opera di Caterina Franciosi, è una profonda riflessione attorno al concetto di "verità" (le virgolette saranno chiare solo dopo aver terminato la lettura!). 





Ed ora la domanda di rito che chiude ogni recensione: cosa resta dunque di questo romanzo breve (o racconto) dopo la lettura? A differenza delle altre recensioni le considerazioni non sono così automatiche poiché, addentrandosi nel mondo della filosofia della scienza, i contorni diventano sempre inevitabilmente più sfumati. Quello che mi resta è l'incertezza della verità che conosciamo e, soprattutto, prospettive molto interessanti di analisi sui fenomeni del presente che, se considerati nella loro totalità, possono offrire interessanti spunti di analisi per l'era moderna. Un vero e proprio crocevia tra presente e futuro. Chapeau!


13 agosto ’20

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