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venerdì 14 settembre 2018

Recensione - "Il Marinaio e la Sirena" di Caterina Franciosi

Chissà quante volte vi è capitato di andare in vacanza, lasciando da parte le preoccupazioni quotidiane, e di riflettere su quale fosse la perfetta lettura estiva. Un dolce interrogativo che, senza alcun dubbio, lascia irrisposte non poche questioni: Che autore? Che genere? Quale lunghezza? Quale formato? Un libro impegnativo o una lettura leggera? Ebook o formato cartaceo (di cui un bell'articolo della mia carissima amica Caterina consultabile QUI)? Se non avete voglia di arrovellarvi ulteriormente di seguito la recensione, scritta da me, su uno degli "esiti più felici della narrativa fantasy": 


Di seguito il link del blog della mia esimia collega, al quale potete trovare ulteriori recensioni in merito alla raccolta in questione QUI PER IL BLOG DI CATERINA





Il Canto del Mare

Franciosi, C. (2018) Il Marinaio e la Sirena. Milano: GDS, “Dreamscapes. I Racconti Perduti” - Link per l'acquisto QUI


Il racconto Il Marinaio e la Sirena di Caterina Franciosi è uno degli esiti più felici della narrativa Fantasy, capace di riprodurre, in una trama apparentemente semplice e lineare, lo stesso movimento delle onde del mare, reso con frasi brevi ma coerenti e coese che si susseguono esattamente come le onde sulla riva. Tale elemento discosta il racconto da quel “mare” (perdonatemi il pleonasmo) di Short Stories che si vedono spesso pubblicate online da autori privi di vere competenze. Si tratta di un testo che trova, nella linearità del suo stile, una perfetta ciclicità poiché la citazione posta all’inizio dell’opera apre e chiude la finzione narrativa. Niente di meglio che mettere subito in chiaro le cose con un “presagio” di addio, rappresentato da un argomento di autorità come la citazione di Fabrizio De André tratta dalla ballata “Il Re Fa Rullare i Tamburi” che, in questo caso, sembra subito creare delle aspettative e suggerire una direzione interpretativa ben precisa. Che nel testo si celino per caso altri riferimenti a qualcuna “che gli ha rapito il cuore”? Nel testo i richiami al mondo della musica sono molteplici, a partire dal flauto e dall’antica melodia della quale il Marinaio si ricorda nelle prime pagine. È per caso una metafora della musica del mare? Restando in materia, già dall’incipit ho trovato questo racconto molto interessante per via delle sue involontarie analogie con la celebre La Leggenda di Cristalda e Pizzomunno di Max Gazzé; il perché mi pare ovvio se avete letto il libro e ascoltato la canzone! Passando ai personaggi, trovo la loro caratterizzazione molto azzeccata, resa con termini ricchi di sfumature ma che, al tempo stesso, sembrano disegnare minuziosamente i contorni di una sagoma, o forse due: quelle dei nostri protagonisti. Di Eveline e Frank dei Dubliners ne avete mai sentito parlare? James Joyce sicuramente sì! Concludendo, un bel racconto, di spessore, diverso da tutti quelli che si leggono in giro, scritto dalla sapiente mano di una giovane scrittrice che, in una storia di poche pagine, ha tematizzato, a sua insaputa, il saldo anello di congiunzione tra la musica e l’uomo: il mare. Un’affascinante Short Story, da leggere sotto l’ombrellone in spiaggia o in una tranquilla sera d’estate sul proprio balconcino guardando il mare, la colonna sonora perfetta per la lettura. Il Canto del Mare diceva Zarrillo, o sbaglio? 

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