Il primo anno di università non si scorda mai, soprattutto se ti ritrovi a dare l'esame di Letteratura Italiana. Tomi da leggere e concetti da far propri, interiorizzare e saper presentare in occasione della prova finale, la quale sortirà una valutazione in trentesimi. È un vero peccato che, per molti, la letteratura sia accostata solamente al dovere e alle elucubrazioni mentali di persone incapaci di vivere che sfogano le loro frustrazioni scrivendo lunghi e noiosi romanzi. Secondo alcuni studenti, che mi è capitato di conoscere in prima persona e che, nonostante tutto, ad oggi sono miei grandi amici, la Letteratura si dimostra lontana dalla realtà, anacronistica, in sostanza una fuga dal reale. È dunque molto difficile per le persone più pragmatiche di me (non che ci voglia tanto) concepire un intero esame su pagine e pagine da leggere nelle quali non spesso si ritrova alcun concetto.
Mi viene in mente dunque la distinzione di Adorno tra "Autonome Kunst" (Arte Autonoma) e "Engagierte Kunst" (Arte Impegnata). Con Autonome Kunst (intesa come arte pura, assoluta) si fa riferimento ad una pura arte formale delle parole che pone al centro dell’atto poetico l’autonomia della lingua rispetto alla società e al contesto storico nel quale essa nasce. La AK non vuole rimandare alla realtà ma è da considerarsi senza scopo, non influenzata dalle correnti circostanze politico-economiche. Nella AK l’accento è posto sulla creazione estetico-formale e non sulla materia/contenuto. Adorno parla in questo caso di Klangzauber (magia del suono). Con Engagierte Kunst si fa riferimento ad una letteratura impegnata che presuppone invece una presa di posizione in ambito religioso, sociale, ideologico o politico che mira al mutamento delle coscienza/consapevolezza dei lettori. La EK è la letteratura dell’azione, della presa di posizione, dell’entrata in relazione con la circostanza (contesto socio economico) e dell’espressione delle responsabilità personali dello scrittore nei confronti di alcune ideologie.
Ma qual è dunque l'approccio giusto che la Letteratura deve assumere nei confronti della realtà? A mio avviso, se, come dice il poeta, scrittore e drammaturgo Davide Rondoni, la letteratura è esperienza, la risposta mi pare alquanto ovvia.
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