Neologismo ideato da me che unisce le parole "binario" e "pensiero". Questo è un blog al crocevia tra le ferrovie e i miei pensieri, una sorta di diario personale, una raccolta di riflessioni fatte sullo sfondo del mondo dei convogli e del viaggio.
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giovedì 13 agosto 2020
sabato 14 marzo 2020
Recensione - "La Pioggia Ricorda" di Caterina Franciosi
Pioggia e Poliziesco
Franciosi, C. (2020), La pioggia ricorda. Milano: Delos Digital, QUI PER L'ACQUISTO
Non è la prima recensione che scrivo dei racconti di Caterina poiché credo che questi meritino la stima che in genere si ha per le grandi scrittrici. Questa volta mi sono trovato di fronte a un racconto dal sapore nuovo, molto vicino a quello del genere poliziesco, intervallato da minuscole ma dettagliate parentesi dedicate alla pioggia che, ogni volta, è presentata in tutta la sua forza e la sua "arroganza". Non a caso è questo l'elemento centrale della sua pubblicazione che, esattamente come un gatto che scivola insospetto fra le mura di casa, fa la sua comparsa inaugurando le scene più importanti del romanzo, quasi in virtù di evento spartiacque. La pioggia non ha però solo valore didascalico, serve anche a caratterizzare le diverse situazioni e si afferma in qualità di elemento utile alla descrizione. Con le sue goccioline che cadono incessanti al suono di ploc ploc Caterina è stata infatti in grado di riprodurre quell'atmosfera umida e fredda tipica delle cittadine americane delle quali, spesso, si legge nei Thriller di scrittori quali ad esempio Kent Haruf. Il romanzo, anche se a
mio parere sarebbe più opportuno parlare di novella data la brevitas dell'opera, si dispiega su di una scena molto particolare, quella per l'appunto della pioggia su New Orleans, tanto cantata anche da Cher nella sua Dark Lady che ricorda come una "[...] fortune queen of New Orleans, Was brushing her cat in her black limousine". L'ambientazione è dunque quella di una cittadina americana che ben si addice al taglio simil-poliziesco della sua opera. Si aggiungono alla narrazione inoltre importanti indicazioni geografiche e topografiche, utili per la contestualizzazione. Qua è necessario riflettere sul significato che questa precisa ambientazione ha. Perché Caterina ha scelto la città di New Orleans in un determinato periodo storico come quello di Settembre 2011? Al lettore di scoprirlo e di completare l'ellissi dei testi caratterizzati da brevitas. Tornando all'isotopia della pioggia è evidente come sia possibile rintracciare nella sua novella un climax di elementi legati alla tempesta, quest'ultima interpretabile forse più metaforicamente che fisicamente. La pioggia è infatti spesso il punto di partenza per i temporali, che possono degenerare in tornadi e, idealmente, in uragani o disastrosi maremoti. L'interpretazione simbolica della tempesta la lascio al lettore, così come quella in merito all'ambientazione dell'opera poiché, si sa, una recensione deve suggerire spunti interpretativi e piste di lettura. Cosa resta dunque, dopo averlo letto, di questo romanzo? Il respiro umidiccio tipicamente pioviginoso della sua narrazione giocata fra le strade di New Orleans e le tinte simil-poliziesche. Non male per una scrittrice fantasy eh?!
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La pioggia che con la sua umidità stuzzica le nostre sensazioni |
13 marzo ’20
sabato 15 febbraio 2020
Ipocrisia
Riflessione sull'ipocrisia (tratto da una storia vera)
La vera domanda, quella che avresti dovuto fare è: “Cosa si cela sotto la maschera?” Io ti dico che dietro alle tue maschere c’è Dio, ci sei Tu, un essere eterno ed infinito, lo hai solo dimenticato. Ti sei identificato a tal punto nelle maschere che hai perso di vista chi sei veramente. La maschera come ti ho già detto, è uno strumento progettato per aiutarti a vivere in società, ma è solo uno strumento! Questo ha preso però il sopravvento e ti gestisce, non sei più l’attore che indossa le maschere ma sei diventato i personaggi delle varie commedie che interpreti, talmente identificato che quando te li togli di dosso non trovi niente e nessuno. Quel “Niente” che tu senti è in realtà il “Tutto”, tu non lo percepisci in quanto non ne hai ancora consapevolezza: tu sei la goccia nell’oceano, sei una cellula di un organismo, sei un atomo della materia. Quel Niente che percepisci rappresenta l’integrazione totale, è il passaggio dall’individuale al collettivo, la morte dell’ego. Sotto alle maschere vi è un “Essere Immortale” che è in grado di utilizzare tutti gli strumenti messi a sua disposizione per contribuire alla evoluzione dell’universo. (Tratto dal romanzo Dialogando con il maestro di Luigi Pirandello)
Non trovo passo della letteratura che possa spiegare meglio l'inconsistenza delle convenzioni borghesi e delle persone che vi aderiscono. La forma sociale prende il sopravvento sul vero essere e annienta ogni tipo di iniziativa personale e peculiarità. Forse è proprio questo ciò da cui gli uomini cercano di fuggire: l'insostenibile peso dell'eccezionalità che ci ricorda quanto in realtà, dietro lo sfarzo e il lusso che alcuni proiettano al loro esterno, si nasconda la loro misera insignificanza.
Non trovo passo della letteratura che possa spiegare meglio l'inconsistenza delle convenzioni borghesi e delle persone che vi aderiscono. La forma sociale prende il sopravvento sul vero essere e annienta ogni tipo di iniziativa personale e peculiarità. Forse è proprio questo ciò da cui gli uomini cercano di fuggire: l'insostenibile peso dell'eccezionalità che ci ricorda quanto in realtà, dietro lo sfarzo e il lusso che alcuni proiettano al loro esterno, si nasconda la loro misera insignificanza.
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