Neologismo ideato da me che unisce le parole "binario" e "pensiero". Questo è un blog al crocevia tra le ferrovie e i miei pensieri, una sorta di diario personale, una raccolta di riflessioni fatte sullo sfondo del mondo dei convogli e del viaggio.
Stavo tranquillamente guidando la mia macchina quando mi sono imbattuto in questa bellissima ballata de I Nomadi della quale ora tenterò di proporre una mia personale interpretazione.
Sei un angelo caduto dietro il ciglio di una strada tra l'asfalto e la pietra dove l'erba si dirada ho contato le tue ossa, misurato ogni ferita resistiti all'amarezza con la stretta delle dita a quell'uomo che è venuto a cercare la tua pelle per due soldi hai regalo la tua polvere di stelle ma se è vero che non vivi e non ne vuoi parlare nel tuo cuore nutri il sogno di riprendere a volare
Come si può ben evincere dalla prima strofa di questa fantastica ballata la materia del racconto non è la bellezza dell'amore, considerato come la forza che fa girare l'universo, ma ben altro. Questo angelo caduto sembra proprio essere la vittima di questa forza che, di buono, non ha nulla; in questa ballata si parla infatti di una prostituta (oppure una femme qui fait le commerce de ses charmes per dirla in francese che, si sa, è elegante anche quando si parla di temi un po' pericolosi). E' molto importante a mio avviso notare come, questa espressione, sia in questo caso particolarmente azzeccata. Recita wikipedia:
Con il termine angelo caduto si indica un angelo decaduto dal suo stato di grazia e per questo motivo allontanato dal Paradiso. Spesso tale esilio è una forma di punizione per aver disubbidito o essersi ribellato a Dio.
Probabilmente, la punizione di questa figura femminile (della quale non ci è dato sapere il nome) in seguito all'essersi ribellata al consommateur de prestations tarifées è stata la morte, la privazione di energia vitale, di umanità. Questa ha perso la sua energia vitale dopo aver venduto la sua polvere di stelle, ovvero la sua sensualità, il suo essere donna, la sua capacità di provocare piacere, a qualcuno che lo desiderava. E' necessario inoltre notare come l'erba e la natura, che spesso sono metafora di vita, in questo caso vengano meno; l'erba si dirada, così come viene meno il battito di vita della protagonista. Si potrebbe notare qui un parallellismo un po' azzardato tra la figura del Dio e del cliente, che sembrano entrambi detenere lo scettro del potere, ed assumono i contorni di figure dominanti, che tutto possono e prendono decisioni alle quali è necessario sottomettersi. Anche se in modo velato possiamo intravedere, inoltre, il tema della discriminazione, dell'emarginazione di chi vende il proprio corpo per poter ''tirare avanti''.
Sei un angelo caduto dentro un altro firmamento la tua casa non è il sole ma una strada di cemento una vittima immolata alle fantasie di un pazzo giace immobile, indifesa, assomiglia ad un pupazzo hai prestato il corpo a ore per poter tirare avanti hai subito la condanna di tutti i ben pensanti e mi piace ricordare che spesso sono quelli che ridono godendo dei rumori dei coltelli
Questo Angelo caduto sembrava aver trovato rifugio presso un altro firmamento, un altro orizzonte, sembrava infatti avesse trovato la sua collocazione dopo essere stato espulso dal Paradiso o, se preferiamo, dalla società e dal mondo borghese. La strada di cemento era la sua nuova casa, il suo nuovo teatro esistenziale nel quale essa agiva, comportandosi come un pupazzo, una marionetta, e recitando per l'appunto un ruolo. La metafora del pupazzo rende bene l'idea di quanto questa femme fragile fosse, per citare la parola del testo ''indifesa''.
Ma in questa seconda strofa ritroviamo anche una massima a sfondo sociale, una critica fatta con classe ai benpensanti:
[...] hai subito la condanna di tutti i ben pensanti e mi piace ricordare che spesso sono quelli che ridono godendo dei rumori dei coltelli [...]
''Però, tutto sommato, le sta bene, faceva la prostituta in strada, cosa poteva mai pretendere?''. E' questa la frase che, velatamente, viene condannata. La violenza non è mai giustificata, nemmeno in virtù della scelta che una ragazza prende su come guadagnarsi da vivere e cosa fare del suo corpo.
Sei un angelo caduto dietro il ciglio di una strada
tra l'asfalto e la pietra dove l'erba si dirada ho contato le tue ossa, misurato ogni ferita resistito all'amarezza con la stretta delle dita A quell'uomo che è venuto a cercare la tua pelle come mai non è bastata la tua polvere di stelle? Ma se è vero che si vive oltre questa dimensione io mi chiedo qual'è il senso mi domando la ragione ma se è vero che non vive e non ne vuoi parlare nel tuo cuore nutri il sogno di riprendere a volare di riprendere a volare.
Questo episodio di violenza sembra connotarsi di una forte carica riflessiva che stimola la riflessione dell'autore; può essere considerato come una sorta di spunto di riflessione: è da questi episodi così traumatici che ci si interroga sul senso della vita, su cosa esattamente ci sia dopo la morte. Ma da dove scaturisce tutto questo interesse nei confronti di questo triste avvenimento? Ci si rivede forse un po' negli occhi della vittima?
Infine, ultimo aspetto sul quale vorrei portare l'attenzione, è come questa vittima che sembra aver perduto la sua umanità, ridotta ad un mucchietto di ossa, resti invece estremamente umana, eterea, conservando così la sua dignità ed identificandosi con la bellissima espressione ''polvere di stelle''.
Adesso è tutto abbandonato. Di più, è tutto senza speranza. E’ una rovina che nessuno vuole. A un tratto lo squillo della campanella rompe un silenzio assurdo. Un’altra campanella, più lenta e lontana, ferma le auto al passaggio a livello. Si annuncia imminente l’arrivo del treno. Ma niente viaggiatori, nessuno che scende, nessuno che sale. Il capotreno col fazzoletto verde nella mano destra e il chiavistello nella sinistra guarda indietro, poi avanti, fa cenno al macchinista e il convoglio riparte quasi scusandosi di essersi fermato in una stazione fantasma
(A.Marcarini, M. Bottini, Ferrovie delle Meraviglie - L’Italia dei Binari Dimenticati, Ediciclo, 2012)