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sabato 23 gennaio 2016

G.Valente - Estate (2016)

In Memoriam


cicale impazzite

respiri d'inferno
in questo deserto un solo grido
Muto
dei gelido venti che furono

I diavoli roventi esalano

un ultimo torrido sospiro

giovedì 14 gennaio 2016

Il Disastro delle Ferrovie e del popolo Italiano

Misano Adriatico, 14/01/2016

Scrive Christian Wolmar nel suo libro "Sangue, Ferro e Oro; Come le Ferrovie hanno cambiato il Mondo" (EDT, 2009, Londra):



- Nulla è più direttamente connesso [...] alla prosperità e al benessere di un paese quanto i mezzi e il modo in cui viaggiano i suoi abitanti. - (pag.97)


Un Minuetto
Non siamo forse noi italiani i primi ad essere sempre in ritardo, a dover sempre complicare le cose, ad essere tormentati da strane regole e prescrizioni che rendono tutto più difficoltoso del normale? Non siamo forse noi i primi ad essere disorganizzati? Non siamo forse noi quelli che tentano di fare le cose alla buona? Non siamo per forse noi lo Stato che non ha altro scopo se non quello di favorire un esborso sempre crescente di denaro e di soffocare ogni ambito della vita con una burocrazia lenta, macchinosa e complicata?

I tratti di un popolo si riflettono anche nelle grandi opere di ingegneria e meccanica che quest'ultimo fa, prima fra tutte la ferrovia. È impossibile pretendere da un popolo disorganizzato un "chemin de fer" efficiente; è necessario prima di tutto cambiare se stessi, solo da ciò possono nascere servizi più efficienti.

mercoledì 6 gennaio 2016

La Maschera di Pirandello e quella del Pagliaccio

6/01/2015, Misano Adriatico 


Scrive Maria Zambrano nel suo libro ''Il Pagliaccio e la Filosofia''


'' Il pagliaccio non incarna nessun personaggio, piuttosto lo crea; scende in pista coperto da una maschera per meglio impiegare la propria anima. [...] Il pagliaccio depone la maschera dell'uomo sociale e rispettabile per lasciare che l'anima giochi liberamente al cospetto del pubblico, nel cerchio che rappresenta il mondo.''

In questa massima si percepisce l'eco di uno dei concetti chiave alla base del pensiero Pirandelliano: la maschera, quella veste esteriore che l'individuo indossa nella società; una copertura, in altri termini, che nasconde le verità celate nella parte più profonda del nostro animo. 

Ciononostante, la condizione Pirandelliana non riguarda il pagliaccio, che si serve della maschera per dare vita ad un personaggio fittizio, libero dalle convenzioni sociali, che tuttavia rappresenta. Il pagliaccio è il vero Istrione tanto cantato da Charles Aznavour che ci consegna una immagine di sé e con la quale gioca.

Queste sono le differenze delle due maschere: mentre la prima sancisce dei veri e propri rapporti di inautenticità (secondo Pirandello, gli uomini non si dimostrano mai come sono veramente) nel tentativo di dimostrarsi sociali e rispettabili, la seconda è usata come strumento per disfarsi di questa immagine e, al contrario, mostra un uomo agonizzante, in tutto il suo patetismo, che tenta inutilmente di aderire a delle inconsistenti convenzioni sociali, nel tentativo di attribuirsi una identità. 

Friedrich Dürrenmatt: La Visita della Vecchia Signora (1955) - Un'interpretazione

Umanesimo e Cinismo  Cenni sull'opera In quel mare di testi da studiare, leggere e sottolineare si cela spesso un libro che ci cambia la...